Questo brano rappresenta il punto d’incontro fra il pop moderno e la musica tradizionale italiana. Chitarra acustica, basso, batteria e synth sono il cuore musicale di un brano che propone una melodia leggera dal testo forte e riflessivo.
«Edward Hopper diceva “non dipingo quello che vedo, ma quello che provo. Se potessi dirlo a parole non ci sarebbe alcun motivo per dipingere”.
Ecco, io con questo brano ho tentato di fare lo stesso, se avessi però saputo dipingere, molto probabilmente non ci sarebbe stata alcuna ragione per cantarlo.
In una società come quella di oggi credo sia facile restare sopraffatti dalla vita, imprigionati in un’inquieta nostalgia mentre fuori dalla finestra il tempo scorre inevitabilmente, io in “Hopper” non ho fatto altro che descrivere tutto questo, descrivendolo non solo attraverso i miei occhi, ma anche attraverso i miei sentimenti; non solo da spettatore quindi, ma anche da figura integrante» Bouvet
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