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Oggi vi porto al 7
agosto 1420 viene inaugurato ufficialmente il cantiere con un banchetto offerto alle maestranze che da
quel momento lavoreranno alla struttura fino al 1436. Iniziava così la grande impresa di Filippo
Brunelleschi. Nessuno
aveva mai osato tanto. Inimmaginabile spingersi fino a certe altezze, concepire
un progetto tanto elaborato; impensabile architettare stratagemmi e meccaniche
in grado di raggiungere un obiettivo per l’epoca semplicemente
fantascientifico. E invece nella Firenze del Rinascimento l’impressione è che
la parola impossibile non esista.
Quando Filippo Brunelleschi sceglie di partecipare al concorso
per la realizzazione della cupola del Duomo della sua città la concorrenza è
agguerrita. L’avversario da battere si chiama Lorenzo Ghiberti: artista della
vecchia scuola, radicato negli ambienti che contano, già apprezzato autore
della Porta Nord del Battistero. Filippo sogna una struttura leggerissima,
impostata su un sistema di centine che eviti la complessa e costosa creazione
di ponteggi esterni. Elabora un piano geniale, calibrando con precisione
assoluta l’impiego dei materiali: less
is more . Cinque secoli prima di Mies van der Rohe.
di Marco Cavalli