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È il 18 ottobre del 1969 e siamo a Palermo, nell'oratorio di San Lorenzo, che diverrà in seguito l'oratorio più famoso di Sicilia. Intorno alle tre del pomeriggio un custode entra nell'oratorio e si accorge che la pala "Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi" del Caravaggio, dipinta nel 1609, è sparita.
Secondo alcune notizie non ulteriormente confermate, dopo diversi tentativi di vendita andati a vuoto probabilmente per le precarie condizioni della tela, questa sarebbe stata seppellita nelle campagne di Palermo, insieme a cinque chili di cocaina e ad alcuni milioni di dollari, dal narcotrafficante Gerlando Alberti. Ma nel luogo indicato dal pentito Vincenzo La Piana, nipote di Alberti, la cassa di ferro con la tela non fu trovata.
Un'altra notizia arrivò nel 1980 dallo storico e giornalista britannico Peter Watson. Watson dichiarò che a Laviano, in provincia di Salerno, ebbe un contatto con un mercante d'arte che gli propose la Natività. L'incontro con i ricettatori, fissato per la sera il 23 novembre, coincise con il grande terremoto che devastò la regione e dunque non avvenne mai.
Nel 1996 il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia dichiarò, durante il processo a Giulio Andreotti, di essere uno degli autori materiali del furto. Disse, tra le altre cose, che, nello staccare la tela e nell'arrotolarla, essa si sarebbe danneggiata irrimediabilmente. A ciò sarebbe seguita quindi la distruzione dell'opera. Il Nucleo tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri accertò però che il furto di cui parlava Mannoia riguardava un altro quadro, attribuito a Vincenzo da Pavia, collocato in una chiesa attigua.
Nel 1992 Giovanni Brusca riferì che il dipinto sarebbe invece stato riconsegnato in cambio di un alleggerimento dell'applicazione dell'articolo 41 bis. Lo Stato italiano rifiutò l'offerta. Un altro pentito, Salvatore Cangemi, dichiarò che la Natività sarebbe stata esposta durante alcune riunioni della "Cupola" quale simbolo di potere e prestigio.
Nuove informazioni sul destino del dipinto sono arrivate il 9 dicembre 2009, quando durante una deposizione in tribunale il pentito di mafia Gaspare Spatuzza riferisce che la Natività sarebbe stata affidata negli anni Ottanta alla famiglia Pullarà (capimafia del mandamento di Santa Maria del Gesù). I Pullarà avrebbero nascosto l'opera in una stalla fuori città, dove, senza protezione, fu rosicchiata da topi e maiali. I resti della tela sarebbero stati poi bruciati.
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